I Bed and Breakfast sono sempre più diffusi: offrono una forma di ospitalità turistica alternativa agli hotel, in genere hanno una gestione familiare, un numero di camere ridotto e non presentano i classici servizi da strutture alberghiere, come la reception, il ristorante, l’eventuale spa.

Le strutture ricettive hanno l’obbligo di raccogliere i dati anagrafici degli ospiti e di trasmetterli alla Questura entro 24 ore dall’arrivo. Infatti il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza prevede questa procedura obbligatoria per motivi di sicurezza pubblica.

I B&B spesso si sono affidati alla possibilità di fare il check-in digitale, che prevede l’invio dei documenti degli ospiti da remoto, senza obbligo di identificazione de visu. A novembre 2024 una circolare del Ministero dell’Interno vietava questa procedura, impedendo di fatto il modello digitale per l’accoglienza. La motivazione era legata a motivi di pubblica sicurezza, da applicare anche alle strutture extralberghiere.

Il TAR del Lazio ha annullato la circolare del Viminale che imponeva l’identificazione degli ospiti di persona all’interno dei Bed&Breakfast, infatti il TULPS, in particolare l’articolo 109, non prevede l’identificazione de visu.

I gestori di B&B possono quindi tornare a utilizzare sistemi automatizzati per l’accesso degli ospiti, come cassette portachiavi elettroniche, serrature smart, codici univoci temporanei e altre soluzioni digitali, al fine di abilitare procedure di check-in da remoto senza obbligo di essere fisicamente presenti in loco.

Di Debora Calomino

Giornalista pubblicista, specializzata in turismo e marketing territoriale. Laureata in scienze del turismo e valorizzazione dei sistemi turistico culturali, collabora con diverse testate giornalistiche. Fondatrice di Visioni Turistiche Magazine.

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