La Calabria è sempre stata un crocevia di popoli e culture ed è proprio grazie alla commistione di saperi, provenienti da ogni angolo del Mediterraneo, che custodisce numerose gemme preziose, nascoste tra i suoi monti, le sue vallate, le sue pianure. Nel Parco Nazionale del Pollino, grazie all’Educational Tour Nord Calabria 2024, ho avuto l’opportunità di conoscere realtà straordinarie. Il mio viaggio alla scoperta di questo lembo di Calabria, è partito dai paesi di orgine Arbëreshë.

Gli arbëreshë sono arrivati in Calabria tra il VX e il XVIII secolo, dall’Albania e dalla Grecia, per sfuggire dall’invasione ottomana nei loro territori. Una volta arrivati in Calabria, hanno mescolato la loro cultura con quella locale, divenendo un tassello importante del patrimonio  calabrese. Nel cuore del Pollino ci sono tre comuni arbereshe che mi hanno emozionata: Lungro, Acquaformosa e Firmo. Passeggiare tra gli antichi vicoli, entrare nelle chiese con rito bizantino, conoscere la cultura attraverso i musei delle tradizioni, vedere negli occhi degli abitanti l’orgoglio e il senso di appartenenza al territorio, l’impegno dei giovani amministratori che hanno scelto di dare il loro concreto contributo per la crescita, così come i parroci che sono parte attiva della comunità, tutto rende questi luoghi ricchi di fascino e valgono una visita.

Lungro

Il mio viaggio tra i borghi di origine albanese parte da Lungro, un comune di circa duemila abitanti, molto importante per la comunità albanese in Italia, è infatti sede dell’Eparchia di rito greco-bizantino. La Cattedrale di San Nicola di Mira svetta maestosa e cela al suo interno numerose meraviglie. Ricordo esattamente l’emozione che ho provato entrando in questa chiesa in stile romanico- barocco: i mosaici e gli affreschi della scuola cretese rendono l’edificio colorato e luminoso, una gioia per gli occhi.  Qui il parroco illustra con dovizia di particolari tutte le scene raccontate attraverso la pittura, i mosaici tipici dell’arte bizantina, le sculture lignee e le tele di scuola napoletana. La cattedrale possiede tre navate, una grande cupola e un abside centrale. Un luogo che necessita una visita per percepirne l’essenza, per essere pervasi dalla sua spiritualità.

Dopo una passeggiata tra le viuzze di Lungro, sono giunta al Museo Storico della miniera di Salgemma. Infatti Lungro ospita uno dei giacimenti saliferi più estesi d’Europa. Già Plinio il Vecchio ha parlato della Salina di Lungro nel suo Naturalis Historiae. Con l’avvento di Gioacchino Murat, la miniera di sale di Lungro diventa un’industria del sale ben organizzata. Il Museo è stato inaugurato nel 2010 ed è un viaggio nella storia di questo luogo significativo e importante per l’economia lungrese. Tra varie sale espositive  si possono ammirare i cimeli del lavoro in miniera, gli utensili e gli abiti dei minatori, un archivio storico che contiene una serie di documenti, la galleria del ricordo e una sala multimediale.

Curiosità di gusto: a Lungro dalla fine dell’Ottocento si celebra il rito del mate, una bevanda originaria del Sud America, che si beve tutti insieme, seduti in cerchio. Un momento di condivisione che avviene ogni giorno in tutte le case dei lungresi. Qui è sorta l’Accademia del Mate, un luogo unico, gestito dall’artista Anna Stratigò, dove conoscere tutti i segreti di questa pianta e della sua preparazione.

Acquaformosa

Un altro splendido gioiello incastonato tra i monti della Calabria del nord è Acquaformosa. Qui è stato impossibile non restare incantata dagli interni della chiesa matrice di San Giovanni Battista. Le pareti dell’edificio sono impreziosite da mosaici, è la chiesa più ricca di arte musiva del Sud Italia. Alcune scene della Bibbia sono rappresentate sui muri della chiesa attraverso decorazioni realizzate con oro, vetro e pietre, provenienti anche da Iran e Afghanistan. L’artista che ha realizzato questo incanto è proprio di Acquaformosa e si chiama Biagio Capparelli. Non esistono parole per descrivere le sensazioni che si provano a cospetto di tale meraviglia.

Il giovane parroco ha illustrato le diverse raffigurazioni presenti nella chiesa, narrando anche l’impegno della parrocchia, che al fine di valorizzare i prodotti genuini del territorio, ha istituito un ristorante parrocchiale, dove poter gustare i piatti tipici della tradizione. Infatti, dopo la visita al tesoro artistico, culturale e spirituale del borgo, abbiamo avuto l’opportunità di deliziare il palato con le shtridela me fasule, una pietanza tipica arbereshe, preparata nel ristorante Sapori Divini. Un piatto semplice ma gustoso, realizzato con pasta fresca e fagioli locali.

Firmo

Per concludere in bellezza il tour alla scoperta della Calabria arbereshe, ho avuto il piacere di immergermi  tra le strade di Firmo, un borgo ricco di storia, tradizioni ed edifici di particolare pregio. Il suo centro storico è un dedalo di vicoli, case, palazzi antichi e interessanti strutture architettoniche, che narrano l’evoluzione urbanistica del borgo come l’arco che lo separava nei casali di Firmo Soprano e Firmo Sottano. Il suggestivo spazio dov’è collocato l’arco è oggi scenario di numerosi eventi culturali che animano la cittadina. In uno degli slarghi del paesino è possibile ammirare il monumento dedicato a Giorgio Castriota Scanderbeg, l’eroe nazionale  che ha difeso l’indipendenza dell’Albania contro gli invasori ottomani nel XV secolo.  

Nell’ex convento dei domenicani è custodito il Museo delle Arti e delle tradizioni arbereshe, un luogo dove la memoria storica del territorio è valorizzata grazie all’esposizione di abiti tradizionali, attrezzi per il lavoro, ma anche tanti utensili da cucina, che raccontano la vita quotidiana della gente che ha fatto la storia di questo borgo. In una delle piazze domina la scena la Chiesa dedicata all’Assunta, risalente al XVII secolo, che presenta una facciata in stile neoclassico e una struttura a tre navate, con decorazioni in stucco barocco, dove sono racchiusi una serie di dipinti raffiguranti diverse scene della vita dei santi.

Di Debora Calomino

Giornalista pubblicista, specializzata in turismo e marketing territoriale. Laureata in scienze del turismo e valorizzazione dei sistemi turistico culturali, collabora con diverse testate giornalistiche. Fondatrice di Visioni Turistiche Magazine.

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