Sospeso tra cielo e mare, con  alle spalle rigogliose colline e un antico castello, Fiumefreddo Bruzio (Jiumifriddu in calabrese) è un piccolo borgo del basso Tirreno cosentino, che sorge su una rupe di roccia e argilla. Per raggiungerlo percorro circa 3 km di tornanti, partendo dal bivio della SS18 tirrenica direzione sud. Giunta nel cuore di questo paesino di origini medievali, dalla tipica atmosfera che caratterizza i piccoli borghi italiani, mi attende Alessandra Porto, giovane fiumefreddese che organizza viaggi esperienziali per conoscere la Calabria. Alessandra mi accompagna nella passeggiata alla scoperta dell’incasato, nato nell’XI secolo, rivelandomi tanti aneddoti sul suo paese, mentre cammino lungo le strade lastricate, tra le case del popolo perfettamente in armonia con i palazzi signorili, adornati da blasoni e caratterizzati da grandi portali. Mi rivela, innanzitutto, che il borgo ha attirato l’attenzione del pittore e scultore di fama internazionale Salvatore Fiume, siciliano di origine, ma divenuto fiumefreddese di adozione per ben 20 anni. Fiume fece delle importanti donazioni al borgo che ancora oggi gode di questa generosità dell’artista grazie a una serie di sue opere che costellano tutto il territorio. Affrescò la cupola della chiesa di San Rocco, realizzò due statue bronzee ben visibili nelle due piazze panoramiche del paese e dipinse le mura del Castello della Valle, prima tappa della mia passeggiata (ingresso gratuito). Nato come fortezza a scopo difensivo ad opera dei Normanni, il maniero venne successivamente rimaneggiato per diventare dimora nobiliare che ha ospitato personaggi illustri tra cui il Vicerè di Calabria, la famiglia dei Mendoza e la marchesa Lucrezia Ruffo della Valle.

Il Castello della Valle è stato uno dei pochi a essere distrutto da una guerra (nel 1807 ad opera di truppe napoleoniche francesi) e non dal terremoto , come invece è accaduto nella maggior parte delle fortezze della costa tirrenica. Proprio per questo motivo nel 2007 è stato proclamato Monumento contro tutte le guerre. È un edificio imponente e ciò che resta delle sue mura, dei basamenti e delle stanze, mi fa immaginare la vita dei nobili che lo abitavano. Sono ben visibili anche alcuni antichi caminetti, che danno proprio l’idea del calore, della vita che è scorsa dentro queste pareti.

Anche nel castello, Salvatore Fiume ha lasciato la sua firma, realizzando dei murales in quella che oggi viene definita La stanza dei desideri. Sulle pareti, l’artista ha raffigurato diverse scene che hanno come sfondo il territorio fiumfreddese e come protagonisti persone comuni. All’interno della sala sono poste anche due statue che rappresentano un uomo e una donna seduti, come se Fiume avesse voluto lasciare, a protezione dei suoi dipinti, unici sopravvissuti, due guardiani. Altri murales, infatti, erano stati realizzati da Fiume sulle facciate esterne del castello ma sono andati perduti. Ritraevano scene di vita medievale e la storia di una giovane donna calabrese resa schiava dai turchi.

Il paesaggio che si ammira dal castello lascia senza fiato, sembra di essere sospesi tra l’immensità del mare e delle colline. Da nord a sud si riesce ad ammirare tutta la costa tirrenica, “a volte – interviene Alessandra – riusciamo a vedere la cima innevata dell’Etna, in giornate particolarmente limpide, osservando la costa lato sud”.  Non è raro da qui vedere anche le Isole Eolie, in particolare Stromboli , proprio di fronte alla costa calabrese. Lasciando il maniero, proseguiamo la passeggiata lungo i vicoli, dove scorgiamo botteghe, negozietti di prodotti tipici , bar, tutto perfettamente in armonia con l’ambiente circostante. Il borgo, pur essendo molto piccolo, è ricco di chiese, segno della grande spiritualità che pervade gli abitanti. Oltre alla Chiesa Madre edificata nel XIV secolo e rimaneggiata nel corso degli anni, che presenta all’interno uno stile barocco e pale lignee di grande pregio della scuola napoletana, contiamo altre quattro chiese in cui è possibile ammirare importanti opere d’arte. Ci soffermiamo nella visita della Chiesa di San Rocco dove Salvatore Fiume ha esaudito il suo desiderio: affrescare la cupola come Goya aveva fatto a Madrid nella cappella di San Antonio de la Florida. Il suggestivo affresco rappresenta i momenti salienti del pellegrinaggio di San Rocco per raggiungere Roma, l’epidemia di peste che nel 1600 sconvolse Fiumefreddo Bruzio, la sconfitta del male, la diffusione della fede tra i malati e il trionfo della vita, rappresentato da un albero che dopo la malattia fiorisce nuovamente. L’intervento di Fiume ha reso questa chiesetta a pianta esagonale (che in origine era una torre di avvistamento) un autentico capolavoro.

A pochi passi dalla chiesa si trova una delle due piazze panoramiche del paese, Piazza Rupe, dove si scorge la scultura bronzea, un altro dono dell’artista, chiamata  Il Medaglione della Fortuna, da poco completamente restaurata e resa fruibile ai visitatori. Percorrendo altri pittoreschi vicoli arriviamo fino a Largo Torretta, dove ammiro a un lato della piazza la fontana monumentale Ragazza del Surf, omaggio di Fiume alle donne e alla loro libertà, e godo di una vista meravigliosa sia sulla costa sia sul castello, che da qui appare ancora più maestoso.  Non resta che sedermi e farmi accarezzare dalla brezza marina, ammirando i colori di un tramonto dai colori così intensi da restare impressi nella memoria, come ogni angolo di questo affascinante borgo della mia amata Calabria.

(Articolo pubblicato nel mese di ottobre 2017 sul bimestrale That’s Italia, vincitore della prima edizione del Premio Giornalistico Internazionale Terre di Calabria 2018- sezione Turismo, Ambiente e Cultura)

Di Debora Calomino

Giornalista pubblicista, specializzata in turismo e marketing territoriale. Laureata in scienze del turismo e valorizzazione dei sistemi turistico culturali, collabora con diverse testate giornalistiche. Fondatrice di Visioni Turistiche Magazine.

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